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mercoledì 12 agosto 2009

La ricetta dell'autentica focaccia genovese

Si tratta dei segreti di un antico fornaio genovese Beppe Viarengo papà di Vittorio che nel suo video ci mostra tutto il procedimento. Ingredienti (per circa 7 Hg di pasta o teglia da 30X40)

  • 300 g. Acqua tiepida
  • 35 g. Olio Extra Vergine di Oliva della riviera ligure
  • 20 g. Sale
  • 1 cucchiaino (raso) da caffe' di Malto
  • Farina 00 quanto basta
  • 1 cubetto di lievito di birra (25 g.)
Preparazione Sciogliere Acqua, Sale, Malto ed olio. Aggiungere un po' di farina fino ad ottenere una pasta densa, ma ancora liquida. Aggiungere il Lievito ben sbriciolato. Lavorare la pasta aggiungendo farina fino ad ottenere un impasto compatto ma non duro. Lasciare lievitare la pasta per 10 minuti su un asse di legno (o tegame) ricoperta da un telo in modo che non prenda troppa aria (cio' evita il formarsi della crosta). Se inverno porre in ambiente tiepido ed umido. Dare alla pasta una forma che ricalchi quella della teglia dove verra' cotta senza pero' stropicciare o maltrattare o cercare di stirare l'impasto. Piu’ o meno 500-600g di pasta per una teglia da forno di casa. Versare nel centro della teglia un po' di olio. Deporre la pasta sulla teglia in corrispondenza dell'olio precedentemente versato. Cospargere di olio la parte superiore della pasta (con un pennello o con le dita in modo che la pasta non sviulppi una crosta). Quando la pasta sara' lievitata ed apparira' soffice (30-40 minuti a seconda delle condizioni climatiche e dello stato di conservazione dello lievito) stenderla cercando di non tirarla, ma di schiacciarla il piu' possibile fino a che occupa tutta la teglia. Salare tutta la superfice in maniera uniforme. Lasciare riposare circa 20 Minuti (dare cioe' tempo alla pasta di lievitare un po'). Ricoprire tutta la superficie con un velo di olio (acqua e olio se volete ottenere l’effetto buchi-bianchi). Imprimere energeticamente con le dita tutta la superficie. I buchi devono risultare uniformi e piuttosto vicini. (per la focaccia con cipolla, spargete la cipolla precedentemente tagliata a fettine sulla superficie della focaccia) Lasciare lievitare almeno 45-50 minuti. Infornare nel forno gia' caldo e cuoce a 230 gradi per 15-18 minuti. Quando cotta sfornate e, possibilmente, rovesciare la focaccia in modo che l’aria possa passare anche sotto di essa (altrimenti diventa molla). Se volete potete dare una pennellata di olio sulla superficie.

sabato 4 ottobre 2008

In giro per carruggi

mercoledì 20 agosto 2008

Quarto al mare

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Ecco cosa dice Luciano, l'autore di questo video:
QUARTO AL MARE,cantato dalla più autorevole delle squadre di canto popolare Genovese di Trallalero, LA VECCHIA STURLA nata nel 1926 ma purtoppo scomparsa assieme a tantissime alre squadre di canto popolare Ligure! Un tempo ogni quartiere aveva la sua squadra di canto e facevano a gara per fare bella figura. Oggi sono rimaste solo cinque squadre di canto un tutta la città e questa globalizzazione si è portata via anche parte delle nostre antiche tradizioni a cominciare con il nostro dialetto che per i giovani nati a Genova è quasi incomprensibile. La canzone quarto al mare è cantata dalla vecchia sturla in maniera MAGISTRALE!!! Diffondiamo quel poco che resta delle nostre tradizioni!!!

mercoledì 30 luglio 2008

Tradizioni di Agosto - Madonna della guardia

Altre interessanti notizie qui:

http://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_di_Nostra_Signora_della_Guardia_(Ceranesi)

Tradizioni di Agosto - San Lorenzo

Un tempo si usava nel giorno di S. Lorenzo (10 Agosto) fare una scampagnata con relativo pranzo al sacco a base di melanzane ripiene. E’ questo un piatto tipico ligure in uso particolarmente nella stagione estiva anche perché le verdure ripiene si devono mangiare fredde o tuttalpiù tiepide e pertanto si prestano ad essere portate in gita. Fate bollire degli zucchini, delle cipolle, delle melanzane (quelle rotonde piccole tipiche di Genova) badando però che non devono cuocere del tutto. Colate le verdure e lasciatele raffreddare; taglierete poi gli zucchini a metà per lungo; farete lo stesso con le melanzane e le cipolle. Queste ultime le sfoglierete mentre gli zucchini e le melanzane le svuoterete scavandole con un cucchiaino. Sistemate le foglie di cipolla, gli zucchini e le melanzane ben vicini fra loro in un tegame da forno appena unto. Preparate ora il ripieno: fate scaldare in un tegame un po’ d’olio, soffriggete un po’ di cipolla tritata utilizzando gli strati più interni delle cipolle bollite cioè quelli che sono troppo piccoli per essere riempiti; nel caso che faceste solamente zucchini e melanzane utilizzerete per il soffritto una piccola cipolla cruda. Tritate le parti interne degli zucchini e delle melanzane e aggiungetele nel tegame insieme a qualche foglia di fungo secco ammollato e ben tritato e lasciate un po’ asciugare tutto sul fuoco. Lasciate intiepidire (altrimenti le uova rapprenderebbero), mettete tutto in una terrina e aggiungete le uova, il sale, un po’ di noce moscata, la mollica di un panino bagnata nel latte e strizzata, abbondante parmigiano grattugiato e aglio e maggiorana tritati. Mescolate bene il tutto. Se vi sembrasse troppo liquido, aggiungete un pugnetto di pan grattato tenendo però presente che il liquido è dovuto alle uova che poi cuocendo rassoderanno. Con questo ripieno riempite le verdure che avete sistemato nel tegame, cospargetele di pangrattato e al momento di infornare nel forno già caldo a 175 gradi passate un filo d’olio sopra al tutto. Fate cuocere per circa un’ora. Cotte che siano toglietele subito dal forno in modo che svaporino. Saranno ancora migliori (come dicono a Napoli: più meglio assai) se anziché cuocerle al forno le friggerete. In questo caso fate friggere abbondante olio in una padella e deponetevi le verdure, ripiene e impanate, con la parte del ripieno in basso; dopo un paio di minuti giratele e lasciatele cuocere per altri due o tre minuti

sabato 5 luglio 2008

Canzone araba

Scritta nel 1891, in occasione della venuta a Genova di una compagnia di beduini, dal poeta genovese Nicolò Bacigalupo.

Hokkom habbal hokkom habbal habben
El pan's hottin del put hannel harab,
Hokkom el messch, hokkom el messch hiren
Colk ùl kappar hun bel sakkon d'Assab.

El pan s'aggir, askitt, askitt, habbal
Havasciu ezù kappar nabbal degomm
Can'd affah el bot e cand happas elfal
Ekke stu pir ellah fah tuth ekom!

Ch'elguste haddà allah! allah! el tamtam
El tamb hurlin elson dehlsci gorel
Hokkom el bahl kefà q'hui tre salam
Hokkom alleh, hokkom alleh mahib hell.

lunedì 2 giugno 2008

Castello D'Albertis

Ecco un altro bel video di Swimmerge. Il Castello D'Albertis domina la città di Genova affacciandosi sul porto dalla collina di Montegalletto. Ideato dal Capitano Enrico Alberto D'Albertis con il gusto del collage architettonico e del revival neogotico, è stato eretto su resti di fortificazioni cinquecentesche e tardomedievali tra il 1886 e il 1892 con la supervisione di Alfredo D'Andrade. Alla sua morte (1932) il capitano dona il castello e le sue collezioni alla città di Genova, restituendole non solo la dimora da lui stesso fantasiosamente arricchita di rimandi esotici, neogotici ed ispano-moreschi, ma anche un pezzo della storia di Genova: un bastione della cinta muraria cinquecentesca contenente i resti basamentali di una torre della precedente cinta medievale, su cui poggia la costruzione del castello stesso. Fu, il Castello, la sua casa e il suo museo, il coronamento e la sintesi della sua vita intensa, della sua cultura, della sua versatilità di collezionista, nonché una testimonianza di mezzo secolo di vita genovese. Ma fu anche espressione della sua devozione a Colombo, al quale dedicò numerose opere d'arte. Tra le tante, forse la più eclatante è una celeberrima delicata statua che rappresenta Colombo ragazzo, ( NEL VIDEO a minuto 3:23), seduto su una bitta, le gambe accavallate, un libro in grembo, lo sguardo assorto rivolto verso ponente, certo a simboleggiare il suo destino. E' un capolavoro di Giulio Monteverde (1837-1917), presentato all'Esposizione Universale di Vienna nel 1873, e poi definitivamente collocato nella piccola loggia al secondo piano del Castello, volta verso mare.

Le ricette animate di Eugenio